Il mito di una bambola: perché Barbie è il film dell’estate
diSa parlare a diverse generazioni il film campione di incassi, fenomeno indiscusso dell’estate. E lo fa con messaggi differenti e non scontati, tra riflessione e messaggi pedagogici
Sa parlare a diverse generazioni il film campione di incassi, fenomeno indiscusso dell’estate. E lo fa con messaggi differenti e non scontati, tra riflessione e messaggi pedagogici
Un video diventato virale, una festa di matrimonio trasformata in un tribunale d’accusa alla promessa sposa fedifraga. Ma a chi e a cosa serve l’umiliazione inflitta alla donna?
Tra onnipotenza e ritiro, guardiamo alle oscillazioni e ai dubbi delle generazioni più giovani, da genitori o da professionisti della relazione d’aiuto. Ma siamo in grado di essere per loro quegli adulti “sufficientemente buoni” di cui hanno bisogno?
Ad uccidere il sacro, a lasciarlo a terra esangue, è la superficialità, il pensiero prepensato, cotto ed impiattato, che ci suggerisce che in fondo l’importante è essere più degli altri, anche se non sappiamo cosa sia davvero essere.
In una corsa senza riposo, anche in questi primi mesi estivi si è tornato a parlare di maturità. Una tappa sempre meno significativa per i ragazzi e le ragazze, affogata tra le molte altre continue richieste di competizione e performance. Ma non è che in questa corsa al risultato si sia perso il senso?
Quanto è difficile trovare la propria passione? E che succede se, invece, si incontra il vuoto? Quanto, nelle generazioni di adolescenti e post-adolescenti l’ansia di riempire questo vuoto può far deragliare. E gli adulti, in questo, non sono affatto dei semplici osservatori
Il nuovo film di Nanni Moretti usa la politica per parlare dell’essere umano. Lasciando da parte la staticità, l’immobilismo e una certa rigidità del passato, l’umanità raccontata fa i conti con la fragilità e, proprio grazie a questo, ritrova la speranza
Sempre più accade di vedere schieramenti rigidi, posizionamenti pro o contro, soprattutto quando i temi sono di forte impatto emotivo. Ma questo si traduce nell’incapacità di cogliere la complessità e di stare realmente in ascolto dell’altro e in osservazione della realtà
Quando una vita appare soddisfacente e ricca, cosa vuol dire essersela meritata? Come consideriamo, allora, chi la vita l’ha vista deragliare o prendere vie disastrose? Se si considera la propria vita una catena di casualità che si incastrano, la prospettiva si ribalta
L’uccisione della psichiatra Barbara Capovani fa riflettere sullo stato di salute dei servizi di cura per il disagio psichico e sull’attenzione che manca alla persona, al suo benessere, alle sue capacità relazionali e alla possibilità che ha di avere un posto nel mondo