Attualità

Un'immagine astratta, sgranata, con una specie di onda fatta di tante sfumature di colori diversi - gradienti di arancio, azzurro e rosa - su uno sfondo scuro.

Io, certo di non avere certezze

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Sempre più accade di vedere schieramenti rigidi, posizionamenti pro o contro, soprattutto quando i temi sono di forte impatto emotivo. Ma questo si traduce nell’incapacità di cogliere la complessità e di stare realmente in ascolto dell’altro e in osservazione della realtà

Illustrazione: un cammello (con due gobbe) davanti a un dromedario (con una sola gobba) che si abbevera dalla seconda gobba del primo attraverso una cannuccia; entrambi hanno un'espressione soddisfatta.

Il merito non è la strada

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Quando una vita appare soddisfacente e ricca, cosa vuol dire essersela meritata? Come consideriamo, allora, chi la vita l’ha vista deragliare o prendere vie disastrose? Se si considera la propria vita una catena di casualità che si incastrano, la prospettiva si ribalta

Illustrazione raffigurante una foto segnaletica di un’orsacchiotta di peluche in arresto

L’antica favola del processo a mamma orsa

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Consultando un antico manoscritto, ci siamo imbattuti in un racconto in versi del XIII secolo, sul modello del “Roman de Renart”*, che proponiamo nel libero adattamento dalla lingua d’oil a cura di Joaquin Otuvas. Ci scusiamo per i salti logici e i passaggi di difficile comprensione dovuti alle lacune del testo.

Clima e adolescenza, se non parlassimo solo di crisi?

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Di consueto riteniamo il clima come quel complesso di condizioni metereologiche che caratterizzano una località o una regione nel corso dell’anno e il cambiamento di quelle condizioni come crisi climatica. La scrittrice Rebecca Solnit dà una prospettiva differente su come affrontare tale modificazione, traducibile metaforicamente anche per l’adolescenza.

La comparsa di Matteo

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Lunghi anni di latitanza e il mistero di cui si è circondato hanno fatto dell’inafferrabile Matteo Messina Denaro un personaggio da romanzo, il protagonista di una leggenda nera capace di entrare nell’immaginario collettivo. La realtà svelata dalla cattura ha ridimensionato tale leggenda, rivelando il grigiore di un’esistenza che ben esprime la banalità del male.

I “residui” non mancano mai

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Il termine “carico residuale”, recentemente utilizzato per indicare i migranti a cui non è concesso lo sbarco dalle navi delle ONG ricorda molto l’espressione “residuo manicomiale”. Erano chiamati così gli ultimi, dimenticati abitatori dei manicomi. I “residui” cambiano un po’ di nome, restano esclusi.