In questa estate torrida un’immagine è rimbalzata dalle pagine dei giornali ai notiziari televisivi, dai social ai talk show: quella del bacio tra Giuliano Pisapia e Maria Elena Boschi.
E giù opinionisti, politici, frequentatori dei social a commentare, a interpretare e a twittare. Bacio di Giuda, che nasconde le intenzioni bellicose della Sinistra? Bacio galeotto, che prefigura nuove alleanze? Semplice gesto di convenzionale socialità?
L’unica ipotesi ignorata è quella di un’improvvisa attrazione. Non a caso Giannelli, il vignettista del “Corriere”, ha disegnato un Pisapia sbalordito che sbotta: “Pensavo che si arrabbiasse mia moglie, invece si è arrabbiato Bersani”.
Maria Elena Boschi ha affrontato il polverone senza scomporsi, con il solito aplomb.
L’onorevole Boschi è, tra i personaggi pubblici, forse quello che maggiormente trasmette un senso di equilibrio e tranquillità. Requisiti importanti nei tempi difficili, incerti e ansiogeni che stiamo vivendo.
Certo, non ha giovato alla sua immagine il discusso ruolo del padre nella scandalosa vicenda di Banca Etruria, ma anche in quel caso ha sopportato la bufera con compostezza e dignità, riuscendo a limitare i danni e risultando più solida e credibile del genitore.
Singolare il destino che ha in comune con il suo leader: entrambi sono stati danneggiati da padri inaffidabili. Che siano i primi a dover essere rottamati?
Non è questo il luogo per un giudizio politico sull’operato dell’onorevole Boschi né ho intenzione di occuparmene, ciò che mi interessa è invece analizzare i tratti distintivi che ne compongono l’immagine pubblica e il messaggio che essa trasmette.
L’ex ministro è senza dubbio bella, ma di una bellezza non aggressiva, è sicura, ma non arrogante, sa mantenere la calma anche nelle situazioni più agitate. Il suo fascino non è, per me, di carattere erotico e quindi non mi comunica eccitazione e inquietudine, ma piuttosto serenità contemplativa. L’immagine potenzialmente seduttiva di donna desiderabile mi sembra sostituita in lei dai tratti placidi e tranquillizzanti di una figura femminile non castrante né simbiotica, che quindi non spaventa, ma suggerisce l’idea di assennatezza e moderazione: una madre non seduttiva, una madre che non può avere come figlio Edipo.
Aveva tutti i requisiti per diventare un sex symbol l’onorevole Boschi, ma ha rinunciato ad agire quel ruolo;
sia scelta consapevole o frutto di un caso intelligente, il messaggio che la sua immagine mi offre è quello di un equilibrio armonioso. Potremmo farne qualcosa di simile alla Marianne francese. Forse meno glamour rispetto al modello, con attributi più materni, l’ultima incarnazione di una figura interpretata in precedenza da Anna Magnani e da Sofia Loren.
Soprattutto l’onorevole Boschi ha saputo mantenersi immune dall’hybris che caratterizza tanti nostri uomini pubblici, rendendoli francamente insopportabili.
“Hybris” è parola greca che significa tracotanza, prepotenza, insolenza, sfrenatezza, ed è la colpa che gli antichi dei non perdonavano agli uomini, punendo duramente, come dimostrano molti miti, coloro che se ne erano macchiati. Opponendo all’hybris la metriotes, vocabolo che condensa in sé i concetti di misura, moderazione, temperanza, unita a sorridente fermezza, l’onorevole Boschi comunica un’idea di solidità lontana da eccessi.
Mi accorgo che quanto ho scritto corre il rischio di suonare come un panegirico. Se sì, mi dispiace, non era questa la mia intenzione. Volevo invece tracciare un profilo psicologico, non certo della persona di Maria Elena Boschi, che non conosco, ma dell’immagine pubblica che ella offre. Forse non tutti saranno d’accordo con me, ma io sento che tale immagine cura la mia misoginia e mi riconcilia con il genere femminile.