Stare soli, per camminare insieme
diChi chiede un aiuto psicologico ha spesso fretta: chiede di andare di corsa, di fare presto, certamente nel desiderio di togliersi rapidamente il fardello dell’inquietudine che opprime
Chi chiede un aiuto psicologico ha spesso fretta: chiede di andare di corsa, di fare presto, certamente nel desiderio di togliersi rapidamente il fardello dell’inquietudine che opprime
Non è solo quello di andare avanti ma quello di sapersi fermare, a volte. O anche di voltarsi o, ancora, di fare un passo indietro. In un momento in cui passiamo da una pandemia alla minaccia di un conflitto globale, le strade per essere coraggiosi non sono sempre quelle che ci aspettiamo
In Italia manca nel sistema sanitario nazionale un’ottica di prevenzione: si lavora sul disturbo già conclamato ma non si fa niente per evitare che si manifesti
Non sopporto la banalizzazione del lavoro terapeutico: accetto ormai solo rapporti che consentano un coinvolgimento emotivo
Quando i protocolli finiscono per discriminare ulteriormente i pazienti con problemi mentali
La mascherina che cela il viso consente al terapeuta di penetrare nella parte più occulta del paziente
Alla fine il grosso del lavoro deve farlo il paziente che può solo essere aiutato a superare gli ostacoli
Normalità non significa non avere momenti bui: averne coscienza e accettarli è anzi il presupposto per la ricostruzione
È una grande emozione che però viene contenuta e organizzata per guarire dalla solitudine e da mille paure
In questo articolo, pubblicato dal mensile Domus, il professor Giampietro Savuto spiega come è stata realizzata nelle sue comunità l’integrazione delle persone affette da disturbi psichici