Storia di Maria Grazia, figlia di una contraddizione

di Donatella Biasutti

Perché vede, dottore, mia figlia non è pazza, è una ragazza così dolce, intelligente, solo che a volte non sta bene, allora le vengono delle crisi, sono i nervi. Certo, ha delle difficoltà, però è buona, da bambina era una bambina bellissima, mi faceva così rabbia quando diceva che era brutta, perché brutta? Ancora adesso quando si arrabbia dice che ha gli occhi da gallina, le orecchie di un elefante. Certo non assomiglia a me, che le orecchie le ho piccolissime. Sono sicura che lei lo fa apposta per farmi dispetto, come se fosse colpa mia di averla fatta brutta.

Se la prende con me, ma perché? Non è mica colpa mia se lei è pazza, e quando la prende la pazzia scaraventa tutto per terra, distrugge la casa, e se non la tengo ferma butterebbe giù anche la roba in strada sulla testa della gente. Io cerco di tenerla ferma ma è difficile, per forza che dopo sto male anch’io, mi hanno ricoverato quattro volte per esaurimento grave e mio marito, poveretto, che oltre tutto ha da pensare al suo lavoro, in ufficio le pratiche più difficili le danno sempre a lui, certe volte viene a casa così stanco che sembra che non vede niente, ha gli occhi vuoti, dottore, tutti bianchi, sembrano due macchie d’acqua, girati verso l’alto, come se invocassero i santi, mio marito sei mesi fa ha avuto una forte depressione, l’hanno voluto tenere in ospedale.

La Maria Grazia, dio la perdoni, anche se non dice niente io lo so che ce l’ha con me. Non ne posso più, non ce la faccio più a vivere con lei. Non la voglio più vedere. Anche lei dice che non mi vuole più vedere, ma poi mi telefona, è sempre lei a telefonarmi, non può stare senza di me. E adesso, dottore, lei che pensa, che cosa è meglio fare? È meglio lasciarla stare con quell’uomo, col Claudio, che se la vuole tenere anche se è pazza perché lui dice che una donna dolce come la mia Maria Grazia non c’è, anche se le prendono le furie poi diventa dolcissima e quando sta bene tiene la casa che è una meraviglia, sono io che gliel’ho insegnato. Il Claudio dice che lui si sacrifica per salvarla. Ma io non ci credo: è che la Maria Grazia gli piace. Lei cosa pensa, dottore, il Claudio non è mica normale: a sessantacinque anni gira con le magliette dolce vita, fa il giovanotto. Sfido, lei ha trent’anni meno di lui, è un po’ grassa però è carina, e poi ha studiato più di lui, ha fatto il liceo classico. Dopo però ha cominciato ad avere i suoi disturbi. Certe volte si arrabbiava all’improvviso, diceva che lei non valeva niente, che non era figlia nostra, che era una bastarda.

Poi le prendeva come un delirio, diceva che aveva bisogno di un uomo, che doveva fare l’amore subito,

subito, se no si buttava di sotto, allora bisognava correre fuori, e cercarle un uomo, in strada, il primo che capitata, non importava, ma subito, perché lei aveva quella smania. Che vergogna, avere per figlia una sgualdrina, sono una madre disgraziata, pensare che da piccola la mandavo dalle suore. Ma lo dice anche lei poveretta che ogni tanto sente delle voci come Giovanna D’Arco, però lei non è santa – sente una voce di donna che le dice “puttana” – certe volte dice che è la voce di quella del piano di sopra che le vuole rubare il suo uomo, il Claudio. Certo da quando sta col Claudio sembra che sia più calma, ma io non mi fido. Perché ha voluto andare a vivere con lui? Io mi preoccupo che sia lì da sola, quando lui non c’è, non posso controllare quello che fa, essere sicura che non le ritornino le crisi. Non crede, anche lei, che sarebbe più sicuro se tornasse a stare con noi? Adesso mio marito è tornato dall’ospedale, ha ripreso a lavorare. Lei dice di no, dottore? Forse un pò col Claudio e un po’ con noi, un po’ per ciascuno?

Io ormai ho smesso di insegnare, sono in pensione, l’altra figlia si è sposata e non si fa mai vedere, ho più tempo da dedicarle. Adesso bisogna che le telefoni per sapere come sta. No, dottore, non sono io che le telefono, è lei che mi telefona sempre, mi fa girare la testa. Pensi che da ragazzina era così tranquilla; se ne stava tante ore da sola, anche troppo, non voleva vedere nessuno, non giocava con nessuno. Ma dopo che ha cominciato l’università è andata sempre peggio. Si ricorda quando fu ucciso Moro? Si era messa in mente che era stata lei. Chissà perché lei si sente sempre in colpa per quello che succede. Era ancora piccola quando è morta la mamma di un suo compagno di scuola e mi ha detto che era colpa sua. Io invece penso che la colpa sia del diavolo, è il diavolo che le fa dire certe cose. Così due anni fa l’ho portata dall’esorcista; qui a Milano, mi sono informata in arcivescovado e le hanno fatto l’esorcismo, poi è stata meglio. In casa adesso ho fatto degli altarini dappertutto, nelle stanze, in corridoio, anche in cucina, così quando passo davanti mi fermo e faccio segno di croce, una preghiera.

Certe volte preferirei che fosse morta, ma poi chiedo perdono a Dio, per forza mi viene la depressione, che poi mi ammalo e mi devono ricoverare, non si può vivere con questa angoscia, una famiglia distrutta, le dico fai quello che vuoi, a me non interessa, io di te non voglio più occuparmi. Lei cosa mi consiglia, è meglio che lasci stare di telefonarle? Ma Maria Grazia mi ripete sempre che ha bisogno di me. Di questo Claudio io non mi fido. Non so perché mio marito non gli dica niente, lui si approfitta perché Maria Grazia è una bambina e non sta bene, se no non rimarrebbe con lui, che ha più di sessant’anni e si fa la tintura. È colpa sua se Maria Grazia ha fatto quello che ha fatto. Lei dice che cosa ha fatto, dottore? Ma sì, ha fatto che se n’è andata di casa. Anche lei dottore pensa che sia tutta colpa mia? Anche lei vuole allontanarla da me, ho capito, come se la pazza fossi io, ma io sono sua madre, non posso mica abbandonarla.

L’altra figlia non c’è mai, mio marito è sempre depresso, ho fatto proprio uno sbaglio a sposare un uomo così, ma io a Maria Grazia voglio bene, nessuno le vuole bene come me anche se è brutta. Adesso la chiamo, forse la trovo che è da sola, chissà se ha sentito ancora le voci, dice che da qualche tempo non le sente quasi più e se le sente non ci crede più neanche lei, dice, dovrò ascoltarle? Io continuo a pregare, non si può sopportare una figlia così, perché lo fa? Non ce la faccio più, sono stanca, stanca. Sono stanca.

Lighea

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