Consideriamo come ipotesi che non esista il segreto professionale e che il nostro influencer di profumi abbia accettato realmente di soddisfare la nostra curiosità, invitandoci ad ascoltare la seduta con il suo terapeuta, che in questo caso è anche un po’ intervistatore. Inizia così il racconto della sua storia, intrecciato alle domande poste dallo psicologo.
– Mi spieghi un po’ meglio cosa si intende per fragrance influencer
– Certo, dottore. Un fragrance influencer è una persona appassionata di profumeria che ha fatto della propria passione un lavoro. È definito un “divulgatore olfattivo”: testa le varie fragranze e consiglia e propone profumi in base all’interlocutore con cui si interfaccia virtualmente. È una persona con ottime capacità comunicative perché crea connessioni metaforiche sensoriali per far arrivare al pubblico la sensazione, l’emozione che crea quella specifica fragranza.
– Dunque, sebbene si parli di profumi, si predilige il senso della vista
– Per certi versi sì, basiamo il nostro lavoro su una figura retorica che sicuramente conoscerà: la sinestesia. Si cerca di far sentire all’interlocutore il profumo della fragranza attraverso l’immagine creata sullo smartphone.
– Interessante. Da cosa è mosso il suo desiderio di trovare un profumo adatto alla personalità dei suoi followers?
– Allora, credo che la motivazione principale sia sentirmi finalmente utile per qualcuno. Penso che sia importante oggi come oggi percepirsi soddisfatti dell’odore che si emana. È anche quello un veicolo per sedurre e incontrare l’altro. Non è più piacevole se lei avvicinandosi a me riesce già a farsi un’idea di chi sono?
– Concordo. Potrebbe capitare però che pensiamo di conoscere l’altro attraverso il ricordo che abbiamo di quel profumo annusato su un’altra persona. Conosce il romanzo Il profumo di Patrick Suskid?
– No dottore, ma posso immaginare di cosa tratta. Me lo consiglia?
– Si, fa riflettere proprio su questo tema. Grenoille, personaggio principale del libro, fin dall’infanzia si abitua a non essere notato perché non possiede un odore e trascorre tutta la sua sventurata giovinezza a lavorare come garzone di un profumiere per imparare le tecniche adatte a produrre l’odore umano. Ciò che provava, infatti, quando non ne possedeva uno e passeggiava per le vie della città, era la paura di non conoscere se stesso.
– Secondo lei quindi i miei followers cercano un profumo adatto alla propria personalità per questo desiderio di conoscenza di sé?
– Le dico anche un’altra cosa. Grenouille avvertì di esercitare un effetto sulle persone grazie al suo odore finalmente conquistato e di lì in poi, avrebbe potuto creare un profumo non soltanto umano, bensì sovrumano, un profumo angelico… ma a caro prezzo.
– Intende che la ricerca del bello, dell’assoluta purezza avviene rinunciando a qualcosa?
– Forse questa continua ricerca della fragranza perfetta ci porterà a considerarci non più uomini ma dèi dell’Olimpo, dimenticando qual è il vero odore che ci appartiene. Talmente pieni di sovrastrutture e apparenza che ci ubriachiamo del nostro stesso profumo, del nostro senso di sé, dimenticandoci di chi ci sta intorno.
– Dice che quindi svolgo un lavoro importante, da monitorare?
– Lei preservi sempre la sua capacità di introspezione e di comunicazione. È diventato un modello di riferimento per molti, un oracolo dei profumi, quindi non si dimentichi che è ricercato anche per il bisogno delle persone di intessere relazioni.
– Dottore, per lei sarebbe perfetto un profumo agli agrumi. Le spiego anche come si utilizzano i reels di Instagram e TikTok, così mi segue.
– Grazie, ne terrò conto. Mi raccomando legga Suskid, non ne rimarrà deluso.