Quando i padri prendono l’abitudine di concedere via libera ai figli permettendo che facciano il piacere loro e temono perfino di dir loro una parola, oppure quando i figli presumono di essere uguali ai padri, non li temono più, non si curano di ciò che dicono e non sopportano che parlino, poiché si ritengono adulti e indipendenti; quando, così stando le cose, anche i maestri tremano dinanzi agli allievi e preferiscono adularli anziché guidarli con mano ferma sulla retta via; in questo caso gli allievi non sanno più che farsene dei maestri di tal fatta. Ne consegue che
i giovani si mettono alla pari degli adulti, anzi si ribellano loro contro con parole e con azioni.
Accade così che gli adulti si accodano dietro ai giovani, si preoccupano di compiacerli e fingono di non avvedersi dei loro errori: anzi, per non fare la parte dei guastafeste e per mantenere la parvenza di autorità, li condividono. Ecco quindi la ribellione e l’insofferenza a qualsiasi ostacolo. Questi giovani finiscono per tenere in spregio le leggi, dato che non tollerano più autorità alcuna a loro superiore. In questo caso, in tutta allegria, inizia la tirannide.