Relazioni

L’insostenibile leggerezza del «Non ci pensare»

Bastano queste quattro parole per capire che non gliene frega niente di te…

È un mondo iperconnesso, questo nostro. Siamo sempre aggiornati e informati, nonostante le distanze. Abbiamo la possibilità di condividere un pensiero o uno sfogo con centinaia di altre persone simultaneamente. Eppure, a volte, è così difficile trovare qualcuno che sappia davvero darti una mano quando chiedi aiuto.
Capitano, no? Capitano a tutti quei momenti in cui sembra che niente vada per il verso giusto, che tutto sfugga irrimediabilmente al nostro controllo. Oppure no, può anche andare tutto bene, possiamo essere sereni, ma sentirci ugualmente inquieti o insoddisfatti. Perché c’è quel pensiero fisso lì che non se ne vuole andare, quell’unica nota stonata che nella testa risuona talmente forte da riusciure a rovinare un’intera armonia.

Mettersi le cuffie nelle orecchie e alzare la musica a tutto volume non sempre è una buona soluzione per coprire il rumore dei pensieri fuori dal coro; e poi dai, lo so che metterai proprio quella canzone lì, che invece di grinta e coraggio ti regalerà solo qualche chilo in più dovuto alla vaschetta di gelato in cui affogherai, inerme, i tuoi dolori. Che poi la storia della gente che mangia perché sta male non è sempre vera, la gente mangia anche solo perché gli piace, e gli piace anche trovare scuse. Ma questo è un altro discorso.

Mentre rinunci a sbrogliare le cuffie più ingarbugliate dei tuoi pensieri forse realizzi che fare due chiacchiere con qualcuno potrebbe essere la scelta migliore.

Chi meglio di qualcuno che ti conosce, che ti vuole bene, può aiutarti ad analizzare con chiarezza la situazione, a ipotizzare e scartare soluzioni, a ridimensionare qualcosa che è diventato un gigante che ti blocca la strada? Ve lo dico io, chi: chiunque. Il manager che incontri sempre la mattina dal benzinaio, la tua maestra delle elementari, il salumiere col sorriso gentile. 
Perché, dopo che hai raccontato il tuo malessere, l’hai buttato fuori con anima e corpo, hai condiviso con qualcuno la tua parte vulnerabile e hai alzato bandiera bianca, quante volte, invariabilmente ti sentirai rispondere «Non ci pensare»? A questo brillante consiglio a volte viene aggiunto, in tono quasi profetico: «Le cose si aggiusteranno». 
Segue un inesorabile attimo di sgomento e mestizia da parte tua, che fino a un momento prima hai sperato non dico in un’idea geniale o in un improvviso allineamento astrale, ma perlomeno in una mano appoggiata sulla tua spalla e un «Mi dispiace, non te la passi bene eh?».


Basta poco a non sentire riconosciuta o legittimata una preoccupazione, basta poco a sentirsi soli.

Bastano quattro parole, come «Non ci pensare, passerà». Perché è chiaro che se te ne parlo è perché ci penso, e perché non passa. 
È come quando da bambino i grandi ti dicono che un giorno capirai. «Un giorno, quando avrai figli, capirai»; «Un giorno, quando avrai delle responsabilità, capirai»; «Un giorno…», ma quando? 
Come fa un bambino a non sentirsi terrorizzato dall’arrivo di quel giorno in cui tutte le difficoltà della vita gli piomberanno addosso tutte insieme? Non sarebbe meglio iniziare da adesso, poco alla volta, senza aspettare di venire travolto da tutto quello a cui non hai pensato?

Hai bisogno di essere ascoltato oggi, di essere aiutato a capire adesso. Invece no, perché non hai trovato qualcuno che si degnasse di risponderti o di farti capire che no, non lo sa neanche lui cosa fare, ma che, cavolo, ora ci pensiamo insieme. Per una volta che volevi portarti avanti!

D’altra parte per sentirsi accolti basterebbe poco, forse ancor meno di quello che serve a farci sentire soli.
 Basterebbe qualcuno che rimanga ad ascoltarti in silenzio, ma con lo sguardo di chi è davanti a qualcosa di importante; qualcuno che provi a capirti e condivida qualcosa di sé fa subito sentire meno soli, o anche qualcuno che con intelligenza sdrammatizzi, e sdrammatizzare non vuol dire sminuire, ma significa far nascere una risata capace di alleggerire per un momento il cuore. 
Ci sono capitate anche persone così ogni tanto, vero?

Psicologa e criminologa, lavora con la voglia di trovare sempre un modo nuovo e diverso di guardare le cose.

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