Psiche

Nel mondo senza più confini che fine fa l’infinito del poeta?

Il Leopardi di oggi, giovane millenial, ordinerebbe su Amazon un decespugliatore e spazzerebbe via in un attimo la celebre siepe

«Voliamo verso un mondo senza più confini» sentenzia il nuovo slogan di Fastweb nei tunnel delle metropolitane milanesi. Talmente veloci che non ci accorgeremo più nemmeno di essere in viaggio. Talmente veloci che non esisteremo più.

Le pubblicità sono belle. Lavorano sulla distrazione. Si insinuano nella fretta e nella confusione della giornata. Nella stanchezza della sera. Sono slogan. Non vogliono comunicare, ma sedurre. A volte però può succedere che le osservi un attimo più del previsto. Allora cominci a pensare.

Come sarebbe un mondo senza confini? Zygmunt Bauman venti anni fa iniziava a parlarci di modernità liquida. I liquidi non possono mantenere una forma e così diventa l’identità delle persone, in continua trasformazione. Il mito della libertà, tanto invocata, comincia a diventare reale, ma noi inaspettatamente, anziché sentirci più felici, ci ritroviamo più soli e più impauriti di prima.

Bauman parla di una risposta di fuga nei confronti della fragilità dei legami. Ma quando la paura viene evitata, tende a ripresentarsi in una nuova forma. L’ansia è il sintomo dei nostri tempi, perché anziché investire sulla conoscenza di noi stessi, abbiamo preferito puntare sulla distrazione e sulla velocità. È la logica del breve termine, del consumismo e dei mercati. Il risultato possiamo vederlo tutti oppure fare finta di nulla. Il progresso tecnologico ci coglie impreparati. Crescono le diseguaglianze sociali. Viene meno il senso di comunità. Scompaiono gli ideali comuni. Nel tentativo di essere onnipotenti, ci siamo trovati di fronte a un vuoto che non abbiamo idea di come gestire.

Proprio quest’anno cade il bicentenario de L’infinito di Leopardi, che nel 1819, all’età di vent’anni, scriveva i suoi versi più famosi. La bellezza in quel caso è nata grazie a un confine, che si è voluto rispettare. Il Leopardi di oggi, giovane millenial, protagonista di un’accattivante serie tv, di fronte a quella siepe, non sarebbe resistito un secondo. Un clic su Amazon per un modernissimo decespugliatore. In meno di un’ora niente più confine. E noi oggi saremmo rimasti senza infinito.

Dottore in Psicologia. Tirocinante presso Fondazione Lighea Onlus.

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