“Una persona mi si avvicina, ma è senza mascherina. Io alzo le mie mani, le dico di stare indietro, di fermarsi, di non avvicinarsi. Ma non si ferma. Dietro di me c’è una porta, mi chiudo dentro e aspetto”. (Michele, infermiere) “Sto aiutando qualche malato a stendersi nel letto, oppure aiuto i barellieri a tirarli giù dall’ambulanza, o i medici nelle cure giornaliere. A un certo punto però mi viene il dubbio, mi tocco il volto e scopro di essere senza mascherina. Mi spavento perché non sono protetta, e scappo”. (Silvia, Oss, incubi ricorrenti) “Sono in giro in centro: a un certo punto mi rendo conto che c’è…
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Come mai il professore di scienze ha paura di fare il vaccino?
Dopo tanti pasticci mediatici anche le persone razionali devono imparare a convivere con timori irrazionali
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Tutti insieme in una stanza: chi sono quelli normali?
La mia prima esperienza in un laboratorio creativo alla presenza di psicoterapeuti e pazienti
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Proviamo tutti ad accogliere il Pappalardo che c’è in noi
E’ difficile accettare di avere in sé qualcosa di inaccettabile, un ‘angolino psicotico’. Ma conviene conoscerlo, e farci pace
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Il Covid chiude in casa le donne e le riporta agli anni ’50
In mancanza di un salto culturale questo più che un allarme, è una certezza
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Con i “matti”, per non impazzire: Chef Rubio nella comunità Lighea
Fiori di zucchina, salsa di pomodoro e mozzarella di bufala, una margherita e una bianca, tipo focaccia. Una che sembrava con le pesche ma per fortuna erano pomodorini gialli. Le pizze “pazze” sfornate in una mattinata speciale dagli ospiti di una delle comunità della Fondazione Lighea sono state un successo. Per non parlare degli impasti: alla fine più buoni quelli degli altri presi in panetteria, visto che il tempo di aspettare che lievitassero non c’era. Pizze “pazze”, con gli ingredienti scelti dagli ospiti a gusto e a caso, per una mattinata che non si dimentica, insieme a Chef Rubio, quello della tv. Una mattinata insieme per imparare a fare la…
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Il Matto dell’anno 2019? È il sindaco Beppe Sala
Da uno studio longitudinale durato oltre 4 anni il soggetto, Dr. Giuseppe Sala, nato a Milano il 28.5.58, nonostante le indicazioni del buonsenso e della prudenza, crede nell’accoglienza, nel multiculturalismo, nell’utopia, nella bontà dei milanesi e persino degli stranieri. Si rileva anche la capacità di passare all’atto nella concretezza delle realizzazioni e l’ostinazione con cui persegue i suoi obbiettivi, incurante del clima culturale dominante. Non ultima, si evidenzia la caparbietà mostrata nel sostenere addirittura che fosse possibile realizzare a Milano le Olimpiadi Invernali del 2026. In sostituzione di un Tso (trattamento sanitario obbligatorio) per cui ricorrerebbero gli estremi, la commissione composta da specialisti gli conferisce il titolo di Matto…
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Meglio riunirci on line così evitiamo di vederci
Cosa ci toglie e cosa ci regala la tecnologia in termini di tempo e di qualità delle relazioni
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Una mosca nel water può aiutare a capire i misteri dell’economia
Le scelte finanziarie non sono mai del tutto razionali. Come insegna il premio Nobel Richard Thaler, esserne consapevoli è il primo passo per gestirle al meglio
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Perché tanti cani in città? Astenersi da risposte bestiali
È un tema che scatena pulsioni irrazionali e sterili estremismi: il dialogo è possibile solo se si vive la diversità (di opinione) come una ricchezza